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autore
brano
 
Apuleio
Della magia, 82
 
originale
 
[82] Obiurgatio erat matris ad filium, quod me, talem uirum qualem sibi praedicasset, nunc de Rufini sententia magum dictitaret. uerba ipsa ad hunc modum se habebant: [??.]haec ipsa uerba Rufinus quae Graece interposui sola excerpta et ab ordine suo seiugata quasi confessionem mulieris circumferens et Pontianum flentem per forum ductans uulgo ostendebat, ipsas mulieris litteras illatenus qua dixi legendas praebebat, cetera supra et infra scribta occultabat; turpiora esse quam ut ostenderentur dictitabat: satis esse confessionem mulieris de magia cognosci. quid quaeris? uerisimile omnibus uisum; quae purgandi mei gratia scripta erant, eadem mihi immanem inuidiam apud imperitos conciuere. turbabat impurus hic in medio foro bacchabundus, epistulam saepe aperiens proquiritabat: 'Apuleius magus; dicit ipsa quae sentit et patitur; quid uultis amplius?' nemo erat qui pro me ferret ac sic responderet: 'totam sodes epistulam cedo: sine omnia inspiciam, [a] principio ad finem perlegam. multa sunt, quae sola prolata calumniae possint uideri obnoxia. cuiauis oratio insimulari potest, si ea quae ex prioribus nexa sunt principio sui defrudentur, si quaedam ex ordine scriptorum ad lubidinem supprimantur, si quae simulationis causa dicta sunt adseuerantis pronuntiatione quam exprobrantis legantur'. haec et id genus ea quam merito tunc dici potuerunt; ipse ordo epistulae ostendat.
 
traduzione
 
Era un rimprovero della madre al figlio il quale, dopo avermi lodato quale personaggio di gran merito, ora, in ossequio alla volont? di Rufino, andava spacciando che ero un mago. Ecco le sue parole testuali: ?Apuleio ? un mago: e mi ha stregata, e sono presa d'amore. Vieni dunque da me, finch? conservo ancora la ragione?. Queste parole, che ho citato in greco, staccate dal loro contesto e prese a s?, Rufino le portava in giro quale confessione della donna, traendosi dietro per il foro Ponziano piangente, e le mostrava a tutti e le dava a leggere fino al punto che ho detto, occultando tutte le altre, prima e dopo, dicendo che eran troppo scandalose per essere mostrate: e che rispetto alla magia era gi? abbastanza la confessione della donna. In una parola: tutti credettero. Quelle stesse parole, appunto, scritte in mio favore, presso gl'ignari sollevarono una violenta animosit?. Metteva scompiglio, questo immondo, nel mezzo della piazza, come invasato; e aprendo spesso la lettera strillava: ?Apuleio ? mago! Lo dice lei stessa che lo sente e lo patisce. Che volete di pi??? E non c'era nessuno che si presentasse per me e rispondesse: ?Per favore, fammi vedere tutta la lettera; lascia ch'io legga tutto, dal principio alla fine. Molte parole ci sono che, presentate sole, potrebbero dare appiglio a calunnie. Quando alle conseguenze si tolgano le premesse e si sopprimano ad arbitrio talune frasi e le cose dette per finzione si leggano con accento di affermazione anzi che di rimprovero, allora qualsivoglia discorso si pu? prestare all'accusa?. Questo si poteva allora giustamente osservare. Ecco il testo della lettera.
 

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